La musica linguaggio: non solo metafora ma strumento di comunicazione politica.

La conquista di uno spazio semantico diverso, più ampio, la cui pregnanza, non ci coinvolge più solo da un punto di vista empatico-emozionale: il primo decisivo passo, non il solo!

Perchè la musica che si è trasformata in linguaggio, è diventata attrice nei confronti del messaggio che è chiamata a veicolare, una specie di miracolo pressoché impensabile nei secoli precedenti.

Dal pieno recupero della dignità linguistica smarrita in secoli di asservimento alle varie arti, arriva ad acquistare la giusta valenza estetica anche e soprattutto in quanto “applicata”.

Il tutto, grazie alla propria emancipazione dai “teatri”, a favore, semmai, di un insolito processo di democratizzazione.

Perché si rende necessario riflettere sulla “relazione” tra immagine e suono?

Perché, mentre la globalizzazione ha raggiunto livelli esasperati, cresce il ruolo del linguaggio musicale nello schema comunicativo.

Difatti, grazie alla sua caratteristica di universalità, si è evoluta in uno strumento a disposizione del “politico”, ripensato nei suoi termini più squisitamente storici: quale sarà quindi, il “valore aggiunto” dalle singole interferenze semantiche in un ambiente naturalmente “contaminato”, quale può essere, ad esempio, il cinema, o meglio ancora, lo spot pubblicitario?