Che volete che ve dico: a me “introdurre”, me piace ancora!

Ed eccomi qui ad introdurre. Introduco un altro libro di Luciano: con tutti i premi che vince, gli tocca pubblicarne almeno uno l'anno.

Lo sapete che Luciano è il poeta dialettale più premiato del 2015?

È una macina, un tritatutto: nei concorsi dove partecipa “nun c'è trippa pe gatti”. Gli altri poeti si disputano il secondo posto.

Il fatto è che le sue poesie, con una scelta tanto passionale quanto vincente, non sono le solite poesie dialettali dove si parla del paesello, dei bei tempi che furono, di Nine belle e pupi biondi: le sue poesie affrontano i Grandi Temi, l'attualità, la vita di tutti i giorni con tutto quello che di orribile si porta dentro.

Ma c'è posto anche per la (poca) speranza: per tante storie di giovani sfortunati e/o senza futuro, c'è sempre qualcuno che si traveste da pagliaccio per divertire bambini malati.

Così come per l'umorismo o la satira: i versi possono far sorridere, ma anche e soprattutto riflettere.

È la rivincita del dialetto: la lingua dell'emozione e dell'immediatezza, che porta in piazza in maniera diretta, spontanea, viva, quello che tutti pensano ma che pochi sanno raccontare…