COLLANA BRIGANTI D'ABRUZZO N. 8
Genere: Saggistica
€ 20,00
Ebook: € 0,00
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.
La mattina di domenica 29 settembre 1861
il famigerato capo brigante Marcello Scalone,
detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato
al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta
di Frondarola”. Impiccato, morì gridando
“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare
per più giorni su quello che poi venne
chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.
capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.
La mattina di domenica 29 settembre 1861
il famigerato capo brigante Marcello Scalone,
detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato
al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta
di Frondarola”. Impiccato, morì gridando
“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare
per più giorni su quello che poi venne
chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.
capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.
La mattina di domenica 29 settembre 1861
il famigerato capo brigante Marcello Scalone,
detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato
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di Frondarola”. Impiccato, morì gridando
“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare
per più giorni su quello che poi venne
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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.
La mattina di domenica 29 settembre 1861
il famigerato capo brigante Marcello Scalone,
detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato
al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta
di Frondarola”. Impiccato, morì gridando
“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare
per più giorni su quello che poi venne
chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.rigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.LLa sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto
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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
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nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
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un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
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verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
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Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
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la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.a sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto
capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.a sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto
capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.
La sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto
capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse
verso il suo paese natale, accompagnato da tre
dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,
isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato
nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola
Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso
un compenso per la sua uccisione. Quella sera
il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”
le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare
del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi
la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò
un colpo di pistola che lo ferì alla scapola
destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.
Il cadavere venne portato a Isola su una scala.La mattina di domenica 29 settembre 1861
il famigerato capo brigante Marcello Scalone,
detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato
al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta
di Frondarola”. Impiccato, morì gridando
“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare
per più giorni su quello che poi venne
chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.
Codice ISBN: 978-88-31455-97-8
Pagine: 260
Informazioni: FORM. 13X19
Status: DISPONIBILE
Anno di pubblicazione: 2025
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