A cavallo tra due secoli, Galadriel ed Antonella, un'anima ed un cuore chiusi in un corpo, si sono strappate ferendosi per una vita intera, in un'eterna battaglia tra il bene ed il male, aggrappata ad un lembo di cielo l'una, inchiodata su una puntuta roccia l'altra.

Eppure non sono state mai divise, ma sono rimaste sempre in perfetta simbiosi, incatenate dall'amore per cui nessun sacrificio è vano, quell'amore idolatrato fino alla follia, ma che dalla follia ci salva.

Il coraggio di essere se stessi, di peccare e pentirsi, per poi peccare ancora ed ancora pentirsi, viene vissuto dalla protagonista in modo quasi compulsivo. Prima di conquistare le sue ali, sa di doversi ferire i piedi sui frammenti taglienti della vita.

Le ali appartengono alla sua anima, che vaga in cieli di colori e parole, di danze e note, di bronzi e cattedrali, dove ogni sogno divino ha preso forma. Ma quei piedi irrimediabilmente dilaniati sono il prezzo che lei ha avuto il coraggio di pagare.

“Non mi vergogno di essere stato un bruco prima di diventare una farfalla.”