Artemia Nova Editrice
VIVA FRANCESCO SECONDO
VIVA FRANCESCO SECONDO

VIVA FRANCESCO SECONDO

IL BRIGANTAGGIO POST UNITARIO NEL TERAMANO OTTOBRE 1860-AGOSTO 1861

Autore: Elso Simone Serpentini

Genere: Storie di misfatti, briganti ed evasioni

€ 20,00

Descrizione:

 

 

 Il 9 settembre 1860 il movimento uni

 

 

 Il 9 settembre 1860 il movimento unitario si propagò 

anche nella provincia di Teramo, venne dichiarato 

decaduto il Governo Borbonico, ma la Fortezza 

di Civitella del Tronto non si uniformò al Governo

provvisorio che era stato costituito. Posta

sotto assedio, diventò, specie dopo il plebiscito

del 21 ottobre, con il quale le province napoletane, 

vennero annesse al nuovo stato unitario, 

il centro ideale e materiale dell'insorgenza 

reazionaria filo borbonica e delle azioni di guerriglia 

che vennero chiamate “brigantaggio post unitario”.

In coordinamento con i comitati filo borbonici, 

operarono gruppi armati i cui più noti capi

erano Bernardo Stramenga di Villa Passo,

Gaetano Troiani, detto “Caddà” di Valle Castellana, 

Angelo Florio di Isola, e che agivano al grido:

“Viva Francesco Secondo”. 

Altri capi briganti divennero celebri e temuti:

Felice Andrea Angelini, di Prevenisco, “Lo Svizzero”, 

Marcello Scalone, detto “Pilone”, di Sant'Atto,

Marcello Focosi, Nicola Di Giorgio detto “Caldarale”. 

A partire dal saccheggio di Campli del 24 ottobre 1860, 

non ci fu giorno in cui scemò la paura dei briganti. tario si propagò 

anche nella provincia di Teramo, venne dichiarato 

decaduto il Governo Borbonico, ma la Fortezza 

di Civitella del Tronto non si uniformò al Governo

provvisorio che era stato costituito. Posta

sotto assedio, diventò, specie dopo il plebiscito

del 21 ottobre, con il quale le province napoletane, 

vennero annesse al nuovo stato unitario, 

il centro ideale e materiale dell'insorgenza 

reazionaria filo borbonica e delle azioni di guerriglia 

che vennero chiamate “brigantaggio post unitario”.

In coordinamento con i comitati filo borbonici, 

operarono gruppi armati i cui più noti capi

erano Bernardo Stramenga di Villa Passo,

Gaetano Troiani, detto “Caddà” di Valle Castellana, 

 

 

 Il 9 settembre 1860 il movimento unitario si propagò 

anche nella provincia di Teramo, venne dichiarato 

decaduto il Governo Borbonico, ma la Fortezza 

di Civitella del Tronto non si uniformò al Governo

provvisorio che era stato costituito. Posta

sotto assedio, diventò, specie dopo il plebiscito

del 21 ottobre, con il quale le province napoletane, 

vennero annesse al nuovo stato unitario, 

il centro ideale e materiale dell'insorgenza 

reazionaria filo borbonica e delle azioni di guerriglia 

che vennero chiamate “brigantaggio post unitario”.

In coordinamento con i comitati filo borbonici, 

operarono gruppi armati i cui più noti capi

erano Bernardo Stramenga di Villa Passo,

Gaetano Troiani, detto “Caddà” di Valle Castellana, 

Angelo Florio di Isola, e che agivano al grido:

“Viva Francesco Secondo”. 

Altri capi briganti divennero celebri e temuti:

Felice Andrea Angelini, di Prevenisco, “Lo Svizzero”, 

Marcello Scalone, detto “Pilone”, di Sant'Atto,

Marcello Focosi, Nicola Di Giorgio detto “Caldarale”. 

A partire dal saccheggio di Campli del 24 ottobre 1860, 

non ci fu giorno in cui scemò la paura dei briganti. Angelo Florio di Isola, e che agivano al grido:

“Viva Francesco Secondo”. 

Altri capi briganti divennero celebri e temuti:

Felice Andrea Angelini, di Prevenisco, “Lo Svizzero”, 

Marcello Scalone, detto “Pilone”, di Sant'Atto,

Marcello Focosi, Nicola Di Giorgio detto “Caldarale”. 

A partire dal saccheggio di Campli del 24 ottobre 1860, 

non ci fu giorno in cui scemò la paura dei briganti. 

Info

Codice ISBN: 978-88-31455-87-9

Pagine: 280

Informazioni: FORM. 13X19

Status: Disponibile

Anno di pubblicazione: 2024

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