Artemia Nova Editrice
L'UCCISIONE DI ANGELO FLORIO E DI MARCELLO SCALONE
L'UCCISIONE DI ANGELO FLORIO E DI MARCELLO SCALONE

L'UCCISIONE DI ANGELO FLORIO E DI MARCELLO SCALONE

IL BRIGANTAGGIO POST UNITARIO NEL TERAMANO SETTEMBRE-OTTOBRE 1861

COLLANA BRIGANTI D'ABRUZZO N. 8

Autore: Elso Simone Serpentini

Genere: Saggistica

€ 20,00

Ebook: € 0,00

Descrizione:

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.

La mattina di domenica 29 settembre 1861

il famigerato capo brigante Marcello Scalone,

detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato

al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta

di Frondarola”. Impiccato, morì gridando

“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare

per più giorni su quello che poi venne

chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.

capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.

La mattina di domenica 29 settembre 1861

il famigerato capo brigante Marcello Scalone,

detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato

al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta

di Frondarola”. Impiccato, morì gridando

“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare

per più giorni su quello che poi venne

chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.

capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.

La mattina di domenica 29 settembre 1861

il famigerato capo brigante Marcello Scalone,

detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato

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di Frondarola”. Impiccato, morì gridando

“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare

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chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.La sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto

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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.

La mattina di domenica 29 settembre 1861

il famigerato capo brigante Marcello Scalone,

detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato

al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta

di Frondarola”. Impiccato, morì gridando

“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare

per più giorni su quello che poi venne

chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.rigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.LLa sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto

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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

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nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

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capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

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nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

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destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

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verso il suo paese natale, accompagnato da tre

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nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

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il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.a sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto

capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.a sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto

capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.

La sera di mercoledì 18 settembre 1861 il noto

capo brigante Angelo Florio, di Isola, si diresse

verso il suo paese natale, accompagnato da tre

dei suoi, tra cui Antonio Pasquale, detto “Soccetto”,

isolano anche lui. Non sapeva che si era infiltrato

nella sua banda su incarico del Sindaco di Isola

Giuseppe Ciavarelli, che gli aveva promesso

un compenso per la sua uccisione. Quella sera

il capo banda si portò a Cesa di Francia, dove “visitò”

le case delle famiglie più agiate, facendosi consegnare

del denaro, poi si portò in un suo rifugio per passarvi

la notte. Mentre dormiva, “Soccetto” gli tirò

un colpo di pistola che lo ferì alla scapola

destra e poi lo finì con un colpo di stile al costato.

Il cadavere venne portato a Isola su una scala.La mattina di domenica 29 settembre 1861

il famigerato capo brigante Marcello Scalone,

detto “Pilone”, di Sant'Atto, venne catturato

al bivio di Rocciano e Spiano, sulla “forchetta

di Frondarola”. Impiccato, morì gridando

“Viva Francesco II”. Fu lasciato a penzolare

per più giorni su quello che poi venne

chiamato a lungo “il colle dell'impiccato”.

Info

Codice ISBN: 978-88-31455-97-8

Pagine: 260

Informazioni: FORM. 13X19

Status: DISPONIBILE

Anno di pubblicazione: 2025

  • Elso Simone Serpentini

    Elso Simone Serpentini, già docente di storia e filosofia, scrittore e saggista, autore di All'Oriente di Teramo. La Massoneria teramana tra storia e cronaca (2014), ha pubblicato, 35 volumi della collana “La Corte! Processi celebri teramani”, 5 volumi della collana “Briganti d'Abruzzo” e ha curato l'unica traduzione in italiano moderno del capolavoro della letteratura spagnola barocca del Seicento, Il Criticone di Baltasar Gracián (2008). Nel 2009 ha pubblicato Enrico Sappia. Cospiratore e agente segreto di Mazzini (a quattro mani con lo storico francese Maurice Mauviel) e nel 2016 ha curato dello stesso Sappia (Enrico Sappia De Simone) Gli scritti abruzzesi. Sempre per Artemia Nova Editrice nel 2019 ha pubblicato con Loris Di Giovanni Storia della Massoneria in Abruzzo e con altri autori Il Manoscritto di Pianella.Un catechismo massonico abruzzese dei primi dell'Ottocento e Fabrizio Padula. Il medico, il politico, l'artista e il massone.

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